Sant' Irene (Erina) da Lecce
Lecce, ... – ...; fl. I secolo
Vergine E Martire
La memoria di sant'Irene Megalomartire, ossia la Grande Martire, è vivissima nelle Chiese orientali, che la venerano con particolare devozione. Non esiste uno studio sulla sua figura, che si presenta trasfigurata dalla gloria del culto che le è stato tributato nei secoli. È festeggiata anche nella Chiesa Copta, e questo elemento prova l'antichità della sua venerazione.
Nel Menologio di Basilio II, del X secolo, risulta che Irene era figlia di un re di nome Licinius, che alla nascita fu chiamata Penelope, e che fu rinchiusa dal padre all'età di sei anni, in una torre, sorvegliata da tredici serve, e la motivazione di questa prigionia risulta essere la bellezza della bambina. Licinius circondò la bambina di idoli pagani, che ella distrusse in seguito alla conversione al cristianesimo, avvenuta ad opera di Timoteo, discepolo di san Paolo, che la battezzò col nome di Irene. Licinius, infuriato per questo gesto, legò Irene ad un cavallo imbizzarrito per ucciderla. Irene sopravvisse e Licinius morì in seguito al morso alla mano, ricevuto dallo stesso cavallo. Irene pregò per il padre, che resuscitò. Questo evento provocò una conversione di massa, alla quale il governatore romano Ampelio reagì con l'invito ad Irene di apostasia. Al rifiuto della ragazzina conseguì la condanna a morte per decapitazione il 5 maggio
Attributi: Palma Del Martirio, Idoli Pagani Frantumati Ai Suoi Piedi.