La sua vita è avvolta nel mistero. Si reputa che San Viano fosse di origine reggiana o modenese e che avesse oltrepassato l'Appennino per sottrarsi alle persecuzioni della moglie. Poi, arrivato sull'Alpe di Castiglione, si sarebbe incontrato con San Pellegrino e avrebbe poi proseguito fino alle Alpi Apuane, dove trovò lavoro come garzone presso un colono di Castagnora, sotto le cave dei "Prunelli". Era un uomo molto umile e aveva deformazioni fisiche che lo rendevano goffo e ridicolo. Ma egli era paziente e non si arrabbiava mai.
I pastori del luogo non riuscivano a capire il suo modo di vivere e i ragazzi spesso gli davano noia e lo schernivano, talvolta anche gettandogli sassi; ma egli non se la prendeva e sorrideva loro incoraggiandoli ad andargli incontro. San Viano amava la natura in tutta la sua bellezza, specialmente la grandiosità delle vette Apuane e non si lamentava che la terra fosse così esigente ed avara; attendeva ai suoi umili lavori agricoli con religiosità profonda; arava la terra e curava gli animali considerandoli creature sacre. Come San Francesco d'Assisi, chiamava fratelli le piante e gli animali; e gli uccelli lo ricambiavano andandogli intorno, cantando e posandosi sulle spalle, mentre egli era occupato all'aratro.