Tito era greco: è il discepolo che san Paolo nella lettera che gli scrive dice essere “mio vero figlio riguardo alla fede comune” (Tit 1,4). La tradizione lo vuole convertito e battezzato da san Paolo, che lo condusse con sé a Gerusalemme, e non fu costretto alla circoncisione. Fu diplomatico mediatore fra Paolo e la comunità di Corinto. Paolo, dopo essere stato a Creta, vi lasciò Tito a completare la sua opera e ad ordinare sacerdoti per quella comunità. Sempre per volontà di Paolo Tito fu poi a Nicapoli nell’Epiro e in Dalmazia. Di Creta fu il primo vescovo, ed è ricordato insieme a san Timoteo il 26 gennaio: anche Timoteo fu discepolo di san Paolo, e fu il primo vescovo di Efeso. E’ lui che promuove la raccolta di fondi per i “Santi”, ci cristiani, di Gerusalemme.
Una tradizione, che presenta toni anche leggendari, lo vuole poi cretese, e discendente addirittura del re Minosse, e come vescovo di Creta avrebbe ordinato otto vescovi per le diocesi dell’isola. Lo si presenta anche come uno dei centoventi discepoli presenti alla discesa dello Spirito Santo: i Greci lo chiamano “apostolo” e lo ricordano il 25 agosto insieme a san Bartolomeo.
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