Sebastiano, che è considerato il terzo patrono di Roma dopo Pietro e Paolo, nacque a Milano ( o a Narbonne), ebbe una rapida carriera militare e faceva parte delle guardie imperiali. Per questo poté operare a favore dei cristiani incarcerati e diffondere il Vangelo, operando molte conversioni. Ma si accorsero della sua azione, e per aver dato sepoltura ai santi Quattro Coronati fu chiamato in giudizio: condannato a morte col supplizio delle frecce. Il suo corpo, coperto di frecce, fu abbandonato: i cristiani, con una donna di nome Irene, recatisi sul posto per seppellirlo, lo trovarono invece vivo. Irene lo curò e Sebastiano guarì: ma non volle fuggire e si ripresentò agli imperatori quando si recarono a sacrificare al tempio di Ercole, testimoniando pubblicamente la sua fede. Imprigionato, fu ucciso con la flagellazione nell’ippodromo sul Palatino,e perché non se ne ritrovasse il corpo lo si gettò nella cloaca. Ma Sebastiano mostrò in sogno alla matrona Lucina il luogo dove si trovava il suo corpo, e le chiese di seppellirlo vicino alla tomba dei santi Pietro e Paolo sulla via Appia, cosa che Lucina fece.
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