Da giovane scelse la professione di cavaliere per poter combattere i Mori, i quali in quel tempo d’invasioni, partivano dalla base di Frassineto (Fraxinet) nei monti dei Maures, per compiere frequenti e disastrose incursioni nelle regioni della Provenza, Linguadoca e Delfinato.
Secondo questa biografia, Bovo si distinse in numerose avventure e battaglie, combattute eroicamente contro gli invasori saraceni. Si racconta che il suo eroismo fu tale, che combattendo con Guglielmo I, duca di Provenza nel 973, ebbe parte predominante nell’espugnazione della stessa roccaforte di Frassineto, sconfiggendo i Saraceni. Dopo l’esito vittorioso della guerra, il cavaliere Bovo decise di mutare completamente vita, dedicandosi all’ascesi e alla penitenza, diventando un pellegrino penitente; raggiunse in questo modo un alto grado di santità, che dimostrò apertamente nel dare il suo perdono all’uccisore del fratello. Già da cavaliere aveva fatto voto di fare un pellegrinaggio annuale alla tomba dell’apostolo Pietro a Roma, promessa che mantenne anche da penitente e proprio in occasione di uno dei suoi pellegrinaggi, fu colto da febbre maligna nei pressi di Voghera, dove morì il 22 maggio 986.