Re era un piccolo villaggio appartenente al ducato di Milano c’era una chiesetta dedicata a san Maurizio. Sul muro esterno si trovava un affresco raffigurante la Madonna che allatta Gesù Bambino.
La sera del 29 aprile, infuriato perché aveva perso al gioco della piodella, che consisteva nel gettare un sasso il più vicino possibile a delle monete sparse in terra, un valligiano, Giovanni Zucono, poi soprannominato Zuccone, scagliò un sasso contro l’affresco, colpendo in piena fronte l’immagine della Vergine». Quel gesto sacrilego ha cambiato la storia di Re, un paese che diversamente sarebbe rimasto bello e anonimo, come tanti altri disseminati ai piedi delle Alpi. Infatti, dalla notte del 29 aprile al 18 maggio successivo, a intervalli, dall’immagine della Madonna con in grembo il Bambino, scaturì copioso del sangue che i devoti asciugarono con panni di lana e strisce di seta, mentre il parroco ne raccolse alcune gocce in un calice. Il miracolo è documentato in due atti pubblici, redatti da notai dell’epoca.